VOLLEY Chi l'ha detto? E quando?


Per la serie chi l'ha detto, ovvero la scoperta dell'acqua calda applicata alla rete del volley, propongo in calce questo botta e risposta. Potrebbe essere stato pronunciato in una delle presentazioni dei vari campionati, maschili e femminili, a partire dal 1990, anno in cui l'allora presidente della Federazione Internazionale, Ruben Acosta, varò la World League. L'invadenza delle Nazionali, insieme all'impiego esagerato degli stranieri a scapito degli italiani, sono i temi abituali di ogni litigio annuale. Pardon, di ogni avvio di stagione. 
In seguito le cose peggiorarono progressivamente per il proliferare dell'attività delle nazionali, obbligate a estenuanti gironi di qualificazione per ogni tipo di manifestazione: Olimpiadi, Mondiali, Europei. Addirittura qualificazioni per il Grand Prix. Il caos è aumentato quando anche la Cev, la Confederazione Europea, per non essere da meno, ha iniziato a scimmiottare la Fivb, aumentando le partite, gli impegni. La promessa della Fivb si rispettare le finestre dei campionati, non è in pratica mai stata realizzata: i club hanno sempre spinto per sette mesi di attività, la Fivb al massimo era disposta a concederne cinque o sei. Così ogni anno da 23 anni, si levano verso il cielo i lamenti dei club, a cui seguono le braccia allargate federali. In 23 anni il movimento del volley non è riuscito a stringere alleanze con i Paesi che hanno attività simile a quella italiana, per produrre l'auspicato cambiamento. E chi si lamentava di Acosta, probabilmente lo sta rimpiangendo, avendo appurato che ogni incongruità a suo tempo contestata, era evidentemente legata al potere che si tramanda di presidente in presidente e non patrimonio esclusivo di Acosta, sotto la cui reggenza il volley ha sfondato a livello olimpico (anche con il beach volley) e internazionale, senza però riuscire a creare fondamenta solide nel terreno della comunicazione.
Devo confessare che ho perso ogni speranza che il problema venga risolto entro questo secolo, anche se periodicamente continuo, forse stoltamente, a scriverne. Troppa politica, troppo ignorati i pareri di giocatori, tecnici, addetti ai lavori qualificati.

Chi l'ha detto?

Botta...
 Il nostro Campionato può raggiungere ulteriori obiettivi di promozione e comunicazione, e in questo senso pongo al presidente federale una riflessione. Anche quest'anno, nel bel mezzo del Campionato, dovremmo osservare due lunghe pause per gli impegni delle nazionali. Ciò diminuirà ulteriormente una visibilità già ridotta a causa dei calendari internazionali, che ci impongono di fermarci da maggio a ottobre. Le nostre Società, insomma, si ritrovano a gestire per 5-6 mesi giocatrici con cui stipulano contratti di un anno intero". 


... e risposta
"La questione che richiama il presidente della Lega coinvolge l'intero circuito mondiale  La Federazione è sempre impegnata in questo senso, al fine di consentire lo svolgimento dei Campionati senza interruzioni. Però si scontra all'esterno con interessi talmente alleati tra loro, che è difficile limitarli. Continueremo a lavorare per favorire una riorganizzazione dei calendari"

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