ATLETICA Ricatti fa il personale sotto la pioggia, la Quaglia soffre ma non molla


ROMA - Dolori alle gambe, piedi doloranti, paura di scivolare, piedi scomodamente a mollo e un vistoso rallentamento nella seconda metà della Maratona di Roma. Il racconto dei protagonisti è una litania che si ripete. Sono mancati i tempi ma non la voglia di arrivare fino in fondo.

Domenico Ricatti, barlettano quasi 35enne, ha onorato il ricordo di Pietro Mennea, che un anno fa se ne andava prematuramente, con una prova di notevole carattere: «Lo porto con me Mennea, ogni volta che ne parlo mi emoziono. La pioggia ha condizionato pesantemente la gara, sui sanpietrini si scivolava e per 13 chilometri si è corso controvento. Peccato non essere salito sul podio, ci sono arrivato vicino. Dite che senza pioggia avrei fatto molto meglio? Sono solo ipotesi. Avevo una grande condizione, poi la fatica si è accumulata e alla fine era difficile anche stare in piedi. Penso di aver perso almeno un minuto solo negli ultimi quattro chilometri»

        Per il quarto posto e il personale migliorato di 9 secondi, Domenico è comunque soddisfatto.
        «Beh, non ci sputo sopra. Provengo dal mezzofondo veloce e cerco sempre di risparmiare qualcosa per il finale. Certo, mi spiace non essere salito sul podio ma il terzo non l’ho mai visto. La mia gara è iniziata al 30° chilometro: fin lì ho fatto un trasferimento, come sul bus... Gli africani sono di grande valore, però mi faccio i complimenti da solo. In certi casi ci vuole gente che sappia tirar fuori il coraggio. La tua éra non è finita, mi hanno detto. Non è ancora iniziata ho risposto»
        Gli Europei di Zurigo sono un obiettivo reale.
        «Beh, spero mi selezionino. Sarà un’altra maratona uomo contro uomo, e io mi esalto nella lotta. La svolta per me è stato incontrare Incalza, l’uomo della mia vita come dico io. Ma non in quel senso... Mi ha dato tanto dal punto di vista umano, mi ha insegnato che basta volere le cose e poi si trova il modo di farle. E devo ringraziare l’Aeronautica, il Generale Preziosi che mi è stato sempre vicino»

Emma Quaglia si è...sQuagliata sotto la pioggia romana ma ha saputo anche ricomporsi senza cedere alla tentazione del ritiro.

        «Sono molto delusa, ho iniziato subito a soffrire, non avevo le gambe, questo tempo non mi sembra degno, dopo il sesto posto ai Mondiali. Però ho stretto i denti, mi sono impegnata, non me la sono sentita di mollare dinanzi a questo pubblico meraviglioso, a una città così bella, in una maratona bella come questa di Roma. In fondo un podio in una maratona internazionale è sempre un risultato importante. E’ il bello delle gare, per fortuna non si sa mai cosa succede»
        Ad un certo punto, non ha voluto più sapere nemmeno i tempi. «Che senso aveva? Tatticamente non ho sbagliato niente. Ero pronta a fare una gara in rimonta. Non ero agitata, mi sono agitata quando ho capito che non c’ero.Ora parlerò col mio allenatore Claudio Berardelli. Di sicuro ho bisogno di una vacanza, poi preparerò gli Europei»
        Janat Hanane, marocchina, da ragazza giocava a calcio. Poi ha scoperto la corsa e una volta scoperta Roma, ci è rimasta. Vive al Tuscolano, abita vicino alla fermata metro Lucio Sestio e si allena alle Terme, gareggiando per la Lbm Sport Team. Ha 31 anni ed è abbonata ai secondi posti: tre volte a Firenze, prima di ieri a Roma. Le ricordano i connazionali Aouita e El Guerrouji: li ammira entrambi.

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