ATLETICA Libania Grenot, sarà l'estate giusta?

Trentuno anni appena compiuti e ancora tanti sogni da realizzare, anche in pista. Libania Grenot sta vivendo un’altra estate italiana, preparandosi con cura e sperando che la malasorte che troppo spesso l’ha accompagnata come un’ombra maligna nelle grandi occasioni, si decida a lasciarla finalmente in pace.
A Rovereto, nel corso degli Assoluti, la cubana azzurra ha corso i 400 metri i 50”55, appena 25 centesimi sopra il suo primato italiano che firmò a Pescara nel 2009. Tempo che è il suo quarto migliore di sempre e che la colloca in vetta alla graduatoria europea di questo 2014. Un dato che a meno di tre settimane dalla rassegna continentale di Zurigo (12-17 agosto) ha il sapore della speranza e l’onere della responsabilità. L’ucraina Zemlyak è lontana 55 centesimi e la voglia di salire finalmente su quel podio stregato prende forma giorno dopo giorno. Per Libania potrebbe essere l’occasione giusta per dimostrare che tutti gli episodi che l’hanno frenata, spesso in maniera beffarda, possono essere chiusi a chiave nell’armadio degli incubi passati, lasciando posto ai sorrisi del presente.
La serata di Rovereto dà forza alle sue ambizioni da podio per Zurigo?
«A Rovereto ho volato. Sono sincera: ho quasi paura di me stessa».
Ecco, appunto. Come si presenterà all’appuntamento con l’Europa?
«Sto lavorando tanto, e mancano ancora alcune settimane prima di Zurigo. Ora andrò a Vienna, dove con il mio allenatore, Loren Seagrave (il coach statunitense che la segue da tre anni, ndr), rifinirò la preparazione in vista degli Europei. Con me ci saranno Lashawn Merrit, Tianna Bartoletta, Darya Klishina, poi da lì farò direttamente rotta sugli Europei. A Rovereto mi sono piaciuta, ma il bello deve ancora venire».
 

Ci parli del suo rapporto con Seagrave?
«E’ un rapporto bellissimo. Vivo a casa sua, lui e sua moglie mi trattano quasi come una figlia. L’esperienza negli Stati Uniti era qualcosa che sognavo fin da bambina, ho trovato mezzi d’allenamento eccezionali e colleghi e colleghe di lavoro stimolanti. Ma soprattutto il clima giusto per crescere. Diciamo che adesso sono un’atleta internazionale, mi sento bene ovunque vada»
E l’Italia?
«E’ il Paese che amo, dove mi trovo più a mio agio, dove ho comprato la mia casa!»
Nel periodo in cui si allena in Italia, chi la segue tecnicamente?
«Annamaria Pisani (sorella di Riccardo, il suo ex tecnico, ndr), ovviamente con il programma di Seagrave. Con lei abbiamo un ottimo rapporto, mi dà tranquillità, ovvero la cosa che più mi serve. Io sono fatta così: non ho voglia di mettermi in mostra, sono come un fiore nascosto. Sì, un fiore nascosto: quando esce il sole, vengo fuori, ma prima, adoro starmene lontano dagli sguardi»
Gli Europei di Zurigo possono essere una tappa importante per lei, pe ciò che vale la manifestazione ed anche in prospettiva Olimpiade di Rio 2016

«Non penso, all’Olimpiade, almeno per il momento. Vivo alla giornata, anzi, stagione per stagione, senza guardare oltre. L’atletica è la mia vita, il mio lavoro, e mi ritengo una persona molta fortunata a poter vivere questa esperienza. Credo di essere diversa rispetto a due o tre anni fa, quando ho cominciato ad allenarmi negli Stati Uniti. Ora sono più matura, vado in campo sapendo cosa fare, e come farlo; in altre parole, le esperienze mi hanno segnato, mi hanno fatto diventare quello che sono, come donna e come atleta. La mia testa è “diversa”, adesso. E la testa è fondamentale nel nostro sport»
Pensa di essere cambiata anche sul piano squisitamente tecnico?
«Non so, sicuramente sono più veloce, ho lavorato  molto su questo aspetto della mia preparazione, e credo che i frutti adesso si vedano. Non correrò a breve i 200 metri, probabilmente lo farò a fine stagione, ma so già di valere adesso meno di 23 secondi sul mezzo giro di pista».
Le capita di sognare... la gara perfetta, il giro di pista senza errori?
«Certo, mi succede spesso. Ma devo dire che la gara di Rovereto ci si è avvicinata molto. Ho gestito senza sbavature tutta la corsa, dall’inizio alla fine. Sono stata determinata, decisa. Mi sono piaciuta molto. Il sogno è di scendere sotto i 50 secondi, perché penso di dover ripagare una sorta di debito che sento di avere con l’atletica. Devo riuscire a sfruttare fino in fondo il mio potenziale, la mia corsa elegante, le mie gambe lunghe…Ecco, non uscirò dall’atletica fin quando non avrà fatto qualcosa di veramente significativo, come vincere una medaglia. E a Barcellona 2010 (fu quarta sia nell’individuale che con la staffetta, ndr) ci sono già andata molto vicina».
Agli Europei quale sarà il suo obiettivo?
«Quello di andare forte, più forte possibile, migliorarmi. Non temo nessuna, delle avversarie, devo solo pensare a me stessa, ai particolari. Sia da sola che con la staffetta. Siamo un bel gruppo. Possiamo arrivare lontano»

http://www.corrieredellosport.it/altri_sport/atletica/2014/07/25-370795/Libania+Grenot+chiede+strada+in+Europa 

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