CINEMA Addio Robin Williams, avevi smarrito il pensiero felice

Tributo
https://www.youtube.com/watch?v=ZUpLUl1nLcY 

https://www.youtube.com/watch?v=ugvEAxkONUw 

https://www.youtube.com/watch?v=ykeWxrjODIs

"La cocaina è il modo di Dio di dirti che stai facendo troppi soldi". C'è tutta l'ironia di Robin Williams in questa amara battuta che tutti i giornali hanno riportato, parlando della morte dell'attore e dei suoi problemi di dipendenza, dalle droghe e dall'alcol. Quando viene a mancare un attore, per quella magia cinematografica che ormai ha abbracciato tante generazioni da un secolo all'altro, si percepisce il lutto in una maniera del tutto particolare, nonostante non si sia conosciuta realmente la persona, se non attraverso il suo lavoro. E come tutti avrete verificato, un film, come una canzone o un'opera d'arte, spesso entra a far parte della nostra vita e di noi stessi. Capita alle persone adulte ma anche ai ragazzi. Ecco Robin Williams è stato realmente di casa, per tutte le volte che i suoi film ci sono passati davanti agli occhi spesso restando nel cuore e nella mente. Ci ha fatto molto ridere. Ma ci ha fatto anche piangere. E come accade per molti altri attori definiti comici, il dramma era dietro il sipario. Quasi sempre ogni grande attore comico è anche un notevole interprete drammatico. E Robin lo ha dimostrato nelle sue pellicole dai ruoli più ruvidi o addirittura sgradevoli: Insomnia, One hour photo, The final cut. Robin è stato l'eroe formato famiglia di Jumanji, cult per ogni famiglia con figli negli anni '90, quando la visione al cinema era poi reiterata con Vhs e dvd. 
E soprattutto per l'apice della sua poliedricità, Mrs Doubtfire, dove si trasformava in "mammo" per stare vicino ai suoi figli dopo la separazione decisa dalla moglie. "Se ci parlavi da solo era un conto, bastava che avesse due persone davanti, e cominciava a recitare", ha raccontato Peter Weir, che lo diresse in Dead Poets Society, L'attimo fuggente in italiano, uno dei suoi film più celebri e significativi, un professore mito per ogni generazione di docenti che abbiamo davvero a cuore l'insegnamento alla vita.
Robin Williams soffriva di depressione, hanno scritto. Ha combattuto senza successo per disintossicarsi. Ma come mi dice chi è vicino a certe problematiche, i farmaci che si prendono per curare la depressione, in realtà sono delle vere e proprie istigazioni al suicidio. Se si legge nel foglietto delle controindicazioni contenuto in ogni medicinale, ci sono già spiattellati tutti gli elementi che, dopo non aver guarito la depressione, possono portare a togliersi la vita. Ma questo per l'industria farmaceutica, una delle più potenti lobby del pianeta, è un trascurabile effetto collaterale senza importanza. Insomma, non c'è farmaco per il mal di vivere. Bisognerebbe trovare dentro di sè le risorse. Se non bastano i soldi, la fama e il successo, l'amore di persone vicine e sconosciute, qualcosa dovrà pur significare. Anche se è chiaro che, specie in questi tempi di grande crisi, che i poveri diavoli che faticano a campare, stentano a comprendere.
Ma è solo una patina superficiale. Il malessere di Robin aveva probabilmente radici lontane e profonde. Suo padre lavorava per la Ford, cambiava spesso città e stato, Robin non riusciva a farsi degli amici senza doverli perdere perchè doveva trasferirsi con la famiglia. Forse sono quelle le radici della sua cronica infelicità? Di quel bisogno insoddisfatto di non sentirsi solo. Ecco, la solitudine dell'uomo, prima che dell'artista. Tre mogli e due divorzi che lo avevano economicamente prostrato, nonostante i suoi guadagni. Una figlia che amava e che lo ha amato. 
E' ingiusto che un uomo che tanto ci ha fatto ridere (ai pigri spettatori italiani suggerirei di andarci a rivedere alcuni suoi film ascoltandolo davvero recitare, con la sua voce e non doppiato), abbia concluso la sua vita in assoluta solitudine e di sua volontà. Un effetto collaterale di un'esistenza con qualche tessera del puzzle che non ha trovato il suo posto.
Chi sa far ridere il prossimo, molto spesso nasconde un animo malinconico: da Totò a Jerry Lewis, solo per citarne un paio tra i grandissimi.
Per me Robin Williams sarà sempre Peter Banning, il Peter Pan di Spielberg che mi conquistò in età adulta. La prima volta che lo vidi, in un cinema di Parma, dopo il lavoro, in mezzo a bambini e genitori e fastidiosi cestini di pop corn. Confesso che la favola di Peter Pan non mi era familiare. L'apprezzai con Hook. Guardando e riguardando il film poi a casa decine di volte. I suoi significati, il senso vero di un malessere che attanaglia ogni bambino costretto a crescere. Ecco, mi viene da pensare che se Robin Williams si è arreso ai suoi fantasmi, significa che non è riuscito a ritrovare il suo "pensiero felice", il bambino che in ognuno di noi non dovrebbe mai scomparire, divorato dalla presunta età adulta e matura. 


Nel ricordare i film dove è possibile ammirare Robin Williams, qua e là c'è qualche link che consentirà di vedere spezzoni di film, l'omaggio che sul web è comparso all'indomani della triste notizia.

 Filmografia

Il professore parla agli studenti...

 https://www.youtube.com/watch?v=ncuKdTWUCjM

 

Cinema


Hook

 https://www.youtube.com/watch?v=gjnjiHXdASo

 https://www.youtube.com/watch?v=6s8ZEFUSYAI

https://www.youtube.com/watch?v=qZubhGcnsHk

https://www.youtube.com/watch?v=yjF_gSu6xCQ

 

Televisione

Doppiatore

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