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Il ct Hossein Madani è
raggiante, dopo l'ultimo
punto ha abbracciato il suo
staff e poi i suoi giocatori,
non ricorda nemmeno cosa
gli ha detto. «In Iran hanno
visto la partita in tv, sono sicuro che questa vittoria renderà ancora più popolare la
pallavolo tra i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Ora è
il terzo sport del Paese. Il
governo tiene molto allo
sport. Da quando la Fivb ha
autorizzato le ragazze a giocare con il capo coperto e i
pantaloni della tuta, anche
la squadra femminile sta
crescendo». Ricorda l'apporto fondamentale dei tecnici stranieri, cita Giacobbe
e ringrazia il serbo Gajic,
campione olimpico a Sydney 2000, che per due anni
ha trascorso sei mesi in Iran
fornendo la sua esperienza.
Inevitabile chiedergli se le
vicende politiche internazio-
nali (oltre alla storia della
condanna alla lapidazione di
Sakineh, per tentare di bloccare la quale anche in Italia
c'è stata mobilitazione) in
qualche modo si ripercuotano sulla squadra quando è
all'estero. Hossein Madani
dà la risposta migliore: «Lo
sport unisce, non divide. Noi
siamo sportivi, è importante
lo scambio che anche attraverso lo sport avviene tra
popoli e culture diverse».