VOLLEY Bonitta e quel legame Mondiale che non si scioglie

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Ecco l'intervista curata con l'amico Pasquale Di Santillo
 
Dalle ultime notti mondiali milanesi è trascorso un mese. L’Italia femminile del volley chiude oggi il suo cerchio iridato, ospite del Premier Renzi a Palazzo Chigi. Un’occasione per ospitare il ct azzurro Marco Bonitta al nostro giornale, come avvenne all’inizio della stagione, quando lanciò Italy 2014 insieme con il capitano Francesca Piccinini.
Stamane a Palazzo Chigi si può considerare l’ultimo atto di un’avventura indimenticabile?
«Sì, è gratificante essere ricevuti dal Premier, di solito capita solo quando si vince qualcosa. Renzi era venuto a trovarci anche a Milano, alla fine dell’allenamento»
Se potesse, cosa chiederebbe alla politica?
«La politica deve avvicinarsi allo sport dandogli risorse. Noi siamo indietro rispetto agli altri Paesi che hanno vicine le istituzioni. Le aziende dovrebbero capire che lo sport è l’unico veicolo pulito dove c’è competitività»
Il presidente del Coni, Malagò, ha ipotizzato una scuola gestita dal Coni per quanto concerne l’attività motoria.
«Magari. Il problema è l’impiantistica sportiva. siamo al terzo mondo, fermi agli anni 60. Non esistono strutture dove potersi allenare. Creandole, poi il resto crescerebbe a pioggia. L’attività motoria a scuola dovrebbe essere di un’ora al giorno»
Cosa pensa di Ghoncheh Ghavami in prigione per il desiderio di vedere una partita di pallavolo?
«Sono indignato, bisognerebbe fare qualcosa di molto forte»
Questo giornale ha ipotizzato lo stop alle partite casalinghe della World League. Che ne pensa?
«Ipotesi fattibile. La Fivb può farlo: ha per obiettivo la massima diffusione della pallavolo e quello che accade in Iran contraddice questa filosofia»
Torniamo ai Mondiali, a caldo parlò di un’esperienza umana e sportiva indimenticabile, da portare sempre con sè.
«Confermo quello che pensai allora, ci sono vittorie che restano invisibili, noi la medaglia non l’abbiamo appesa al collo ma nella nostra testa. Siamo tornati a lottare per la vittoria, con la consapevolezza di avere una squadra con gli attributi giusti e una importante base di forza morale. Siamo arrivati quarti, potevamo finire primi. Nella partita più importante la Cina ha giocato benissimo e noi avevamo un giorno di riposo in meno nelle gambe. E’ stata la prima partita affrontata da favorite e questo ci ha dato una piccola percentuale di pressione in più. Ma abbiamo onorato il “mai mollare” che avevamo scritto sui fogli appesi al muro dello spogliatoio»
Il presidente federale Carlo Magri sarà contento: il boom Mondiale ha fruttato un immediato incremento di tesserati: già 15.000, tra cui 12.000 ragazze e 3.000 ragazzi. Cosa altro ha detto il torneo iridato?
«Siamo stati la migliore squadra dei Mondiali in battuta, mentre in altri fondamentali siamo indietro: in attacco, nel cambio palla. Abbiamo invece ottime capacità nel difendere. In difesa è fondamentale lo spirito di squadra. Anche io sono rimasto sorpreso: non si può mai sapere dove si riesce ad arrivare quando c’è unità, quando c’è la voglia di aiutare la squadra con qualcosa di tuo. Certo, abbiamo sfruttato il fatto di giocare in casa. In futuro dovremo pensare di avere qualcosa in meno di agonismo ma più tecnica»
Una Nazionale diversamente vincente con un quarto posto, in Italia non capita spesso.
«Quei 13.000 del Forum li abbiamo fatti giocare con noi e con noi si sono divertiti. Forse è per questo che ci hanno applaudito anche prima della partita col Brasile, il giorno dopo la sconfitta in semifinale con la Cina. Quando siamo entrati siamo stati accolti da un’ovazione. E’ stata un’emozione forte, mi dà ancora brividi. Riconoscenza. Quando la gente mi ferma per la strada non mi fa i complimenti, mi dice grazie»
Per lei il successo Mondiale ha un sapore ancor più dolce.
«A livello personale è stato un trionfo. Se ripenso alla mia storia, ai momenti anche difficili vissuti, alla diversità di approccio.Sono state le ragazze a farmi capire giorno dopo giorno che questa avventura era da vivere come occasione umana. Forse le donne hanno una sensibilità maggiore per certe cose. E tutto è venuto strada facendo. Ma io non sono cambiato: è solo che reagisco diversamente alle cose, ma senza nessuna fatica. Sono stato sempre sereno, è stato tutto molto bello»
La scelta più difficile?
«La sera che ho dovuto comunicare a Valentina Fiorin l’esclusione dalle 14 è stata la più brutta. Vedevo nei suoi occhi ciò che chiunque avrebbe provato dopo mesi di lavoro nel gruppo azzurro. Per il resto sono sempre stato sereno, le ragazze mi hanno lasciato concentrare senza farmi pesare nulla»
E’ presto per parlarne o ha già un’idea di come ripartire? A Milano si celebrava il Mondiale pensando anche con malinconia che quella Nazionale composta da quelle atlete non l’avremmo più rivista.
«E’ vero. Ma prima di fare convocazioni, parlerò a tu per tu con tutte le giocatrici del gruppo mondiale e ascolterò la loro disponibilità e le loro motivazioni rispetto ad un programma che sarà biennale, Europei e Olimpiade. Sentire tutte, anche le giocatrici sopra i 30 anni, la considero una forma di rispetto. Poi farò le mie scelte, ma è importante parlare con tutte»
In azzurro arriveranno anche giocatrici nuove, giovani emergenti.
«Ci sono atlete che mi stanno stuzzicando, devono avere qualità fisiche, o anche morali. Se si fondono è il massimo. Serve personalità»
Avrà visto le sue azzurre apparire in diverse trasmissioni televisive. Che effetto le ha fatto?
«Ho fatto loro i complimenti, sono state brave e spigliate. Si sono divertite come si divertivano a giocare. Non mi preoccupo certo, anzi sono contento se dovessero avere altre occasioni: possono essere dei personaggi»

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