ATLETICA Il rimpianto di Schwazer: «Potevo essere fermato»

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Il nuovo Alex Schwazer ha compiuto un’altra tappa sulla via del riscatto. La Procura Antidoping del Coni lo ha convocato e ascoltato per quattro ore l'altra mattina negli uffici della Curva Sud, allo Stadio Olimpico. Le dichiarazioni rese dal marciatore, attualmente squalificato fino al 29 aprile 2016, al Tribunale di Bolzano, andavano confermate dinanzi al tribunale sportivo. E Schwazer ha ribadito, ha confermato: anche prima che venisse trovato positivo, alla vigilia dell’Olimpiade di Londra 2012, qualcuno aveva saputo. Qualcuno che avrebbe potuto fare qualcosa per interrompere la sua poco lucida follia,
«Non ha accusato, ha solo confermato fatti accaduti, che sono stati chiariti» ha puntualizzato l’avvocato Brandstatter.
    Il racconto di Alex Schwazer ha riempito ventidue pagine, contenenti la verità su quei mesi vissuti da dopato. Alessandro Donati aveva preteso che lui raccontasse tutto, per accettare il piano di recupero, per allenarlo e soprattutto aprire una nuova era nel rapporto tra allenamento, raccolta di dati e controlli antidoping, senza nemmeno la finestra temporale consentita dal regolamento attuale, che di fatto rende incerti perfino i risultati dei controlli a sorpresa. Tutto ciò per un ritorno al di sopra di ogni sospetto. Alex spera in uno sconto del suo periodo di squalifica, ai sensi dell’articolo 11.2 del Csa 2015 (in considerazione della fattiva collaborazione dopo il passaggio in giudicato della decisione). 
   

La collaborazione ha messo in imbarazzo e nei guai personaggi e istituzioni di quegli anni. Alex ha snocciolato i nomi di chi sapeva della sua frequentazione con il dottor Ferrari. «Loro sapevano in tempo quasi reale della mia frequentazione con il dottor Ferrari - ha ribadito l’altoatesino -. Io sono stato squalificato, giustamentem per la frequentazione di un medico inibito e secondo me chi sapeva dovrebbe avere un procedimento».
    Chi è che era al corrente? «Tutto è nato dal Teide, è stato Visini  ad incaricare Carfagna che era là ad allenarsi con me, di controllare ogni mio movimento. Poi sono stati avvisati Morini, il vicepresidente della Fidal, Uguagliati come ct e Fischetto come responsabile medico. Ma non è successo niente tanto che l’anno dopo quando avevo nuovamente in programma di andare al Teide nessuno mi ha detto nulla o ha avuto da eccepire».
Schwazer ha confermato che anche il dottor Fiorella sapeva (l’interessato però ha smentito la circostanza) ed è noto come siano agli atti delle mail precise sull’argomento.
    A breve la Procura del Coni dovrebbe chiedere un parere alla Iaaf e alla Wada in merito alla possibilità di una riduzione della squalifica. Ma la risposta non sarà vincolante, anche perchè la Procura ha potuto già farsi un’idea precisa riguardo il comportamento dei vari personaggi di cui ha parlato Schwazer. Ed è innegabile che dinanzi ad una collaborazione così ampia, non darle un valore concreto significherebbe tornare ad incoraggiare il silenzio, lasciando soli gli atleti peccatori. «Avrebbero potuto fermarmi» ha detto ieri Alex, il nuovo Alex. «Io ero in quella fase tremenda, non capivo, non avevo più la lucidità...»
   Gli chiedono sempre se spera di andare all’Olimpiade di Rio ed ormai Alex ha imparato a trovare le parole giuste. «Adesso la mia speranza è solo quella di tornare a gareggiare ed essere subito competitivo. Io voglio fare subito dei grandi tempi e dimostrare il mio valore, poi saranno gli altri a decidere. Non gareggio da tre anni, devo avere obiettivi progressivi e realistici. L’atletica non è uno sport dove c’è qualcuno che pensa che giochi bene e un altro che pensa che giochi male: ci sono i tempi. Non importa se sto antipatico a qualcuno, di sicuro non frenerò mai per andare meno forte».
    Un’Olimpiade l’ha già vinta, a Pechino nel 2008, marciando come atleta pulito. Aspettare i Mondiali del 2017, in quella Londra dove tutto cominciò, o meglio: dove tutto finì, non sarà un problema grave. «Mi sto allenando benissimo a Roma con Donati, mi sento seguito bene». E forse, anche se la data del rientro non è vicina, il nuovo Alex fa già paura, visto che c’è chi vorrebbe che fosse sanzionato per essere stato presente al carcere di Rebibbia in occasione del Vivicittà.

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