Sapere che se n'è andato serenamente, come ha reso noto la sua famiglia, rasserena. Perchè il modo in cui si lascia il mondo ha un suo valore: non conta solo il quando ma anche e il come. Uno sportivo dell'acqua, nuoto e pallanuoto, atleta da Olimpiadi e da barriere abbattute. Un uomo capace di trobvare il successo anche nella sua seconda vita senza perdere il senso della misura e delle proporzioni, conservando il buon gusto e restando fedele ai suoi principi e alla voglia di non deludere quel pubblico che imparò ad amarlo per come era sullo schermo, specchio di genuinità che gli veniva bene perchè non doveva recitare troppo.
Rifiutò l'offerta di Fellini che l'avrebbe voluto per il suo Satyricon riufitando di apparire nudo sullo schermo, a farsi mordele le chiappe. Intese così rispettare se stesso e il suo pubblico. " Ma allora sei o non sei un attore" lo stuzzicò il Maestro romagnolo. "No, non sono un attore" rispose umilmente lui, che non calcò il palcoscenico teatrale perchè appunto lo riteneva luogo sacro, solo per veri attori.
Per il cinema il suo nome non era abbastanza esotico, per cui divenne Bud Spencer (in omaggio a Spencer Tracy, il suo attore prediletto) e con Mario Girotti (Terence Hill) formò dopo “Dio perdona...io no”, una delle coppie cinematografiche di maggior successo degli anni 70: i film di Trinità diretti da Enzo Barboni (E.B.Clucher) furono campioni d’incasso all’epoca, rinverdendo il genere del western all’italiana, avvolgendolo nell’ironia. Non a caso il suo personaggio si chiamava Bambino. Bud Spencer in gran parte degli oltre cinquanta film a cui prese parte, divenne il gigante buono che riparava torti e ingiustizie a suon di botte in testa (i suoi proverbiali e comici pugni dall’alto in basso, sulle testa dei “cattivi”) e ceffoni. Bud Spencer e Terence Hill andarono oltre il western con tanti altri film di successo (“Più forte ragazzi”, “Altrimenti ci arrabbiamo”). Poi Bud divenne Piedone, il commissario protagonista di un’altra serie di pellicole. Lavorò con Montaldo, Dario Argento e Lizzani, con Corbucci, Steno e Festa Campanile, fino ad Ermanno Olmi ( “Cantando dietro i paraventi”).
Anche lui, come il compare cinematografico Terence Hill (la sua voce era doppiata da Pino Locchi), dovette rassegnarsi ad essere doppiato in gran parte della sua cinematografia, da Glauco Onorato. Poi riuscì finalmente ad imporre anche la sua voce, profonda, anche cavernosa ma inconfondibile, in sintonia con la sua fisicità.
Ai tempi del suo successo, non stravedevo per quel genere di film, prediligendo un cinema diverso, più impegnato e meno semplice, ma questo non mi ha mai impedito di apprezzarne la simpatia naturale, istintiva che suscitavano lui e i personaggi che portava sullo schermo. Bud Spencer e Terence Hill, piaccia o no, sono stati un pezzo di storia del cinema italiano popolare, un cinema formato famigle, immune dalla violenza senza freni e dal pulp che avrebbero in seguito spostato i confini della tolleranza visiva degli spettatori. Con Bud Spencer si andava sul sicuro: nei suoi film per tutti, niente sesso, nè violenza compiaciuta. E lui era lo chef ideale per servire il menù per adulti e bambini, cotto con ironia per regalare sorrisi rassicuranti e buonumore.
Filmografia
- Quel fantasma di mio marito, regia di Camillo Mastrocinque (1950) - Non accreditato
- Quo vadis? (Quo Vadis), regia di Mervyn LeRoy (1951) - Non accreditato[32]
- Siluri umani, regia di Antonio Leonviola (1954) - come Carlo Pedersoli
- Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955) - come Carlo Pedersoli
- Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957) - Non accreditato
- Il cocco di mamma, regia di Mauro Morassi (1957) - come Carlo Pedersoli
- Annibale, regia di Carlo Ludovico Bragaglia ed Edgar G. Ulmer (1959) - come Carlo Pedersoli
- Dio perdona... io no!, regia di Giuseppe Colizzi (1967)
- Oggi a me... domani a te!, regia di Tonino Cervi (1968)
- Al di là della legge, regia di Giorgio Stegani (1968)
- I quattro dell'Ave Maria, regia di Giuseppe Colizzi (1968)
- Un esercito di 5 uomini, regia di Italo Zingarelli (1969)
- La collina degli stivali, regia di Giuseppe Colizzi (1969)
- Gott mit uns (Dio è con noi), regia di Giuliano Montaldo (1970)
- Lo chiamavano Trinità..., regia di E.B. Clucher (1970)
- Il corsaro nero, regia di Lorenzo Gicca Palli (1971)
- ...continuavano a chiamarlo Trinità, regia di E.B. Clucher (1971)
- Quattro mosche di velluto grigio, regia di Dario Argento (1971)
- Si può fare... amigo, regia di Maurizio Lucidi (1972)
- Torino nera, regia di Carlo Lizzani (1972)
- ...più forte ragazzi!, regia di Giuseppe Colizzi (1972)
- Una ragione per vivere e una per morire, regia di Tonino Valerii (1972)
- Anche gli angeli mangiano fagioli, regia di E.B. Clucher (1973)
- Piedone lo sbirro, regia di Steno (1973)
- ... altrimenti ci arrabbiamo!, regia di Marcello Fondato (1974)
- Porgi l'altra guancia, regia di Franco Rossi (1974)
- Piedone a Hong Kong, regia di Steno (1975)
- Il soldato di ventura, regia di Pasquale Festa Campanile (1976)
- Charleston, regia di Marcello Fondato (1977)
- I due superpiedi quasi piatti, regia di E.B. Clucher (1977)
- Piedone l'africano, regia di Steno (1978)
- Lo chiamavano Bulldozer, regia di Michele Lupo (1978)
- Pari e dispari, regia di Sergio Corbucci (1978)
- Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre, regia di Michele Lupo (1979)
- Io sto con gli ippopotami, regia di Italo Zingarelli (1979)
- Piedone d'Egitto, regia di Steno (1980)
- Chissà perché... capitano tutte a me, regia di Michele Lupo (1980)
- Occhio alla penna, regia di Michele Lupo (1981)
- Chi trova un amico, trova un tesoro, regia di Sergio Corbucci (1981)
- Banana Joe, regia di Steno (1982)
- Bomber, regia di Michele Lupo (1982)
- Cane e gatto, regia di Bruno Corbucci (1983)
- Nati con la camicia, regia di E.B. Clucher (1983)
- Non c'è due senza quattro, regia di E.B. Clucher (1984)
- Miami Supercops - I poliziotti dell'8ª strada, Bruno Corbucci, (1985)
- Superfantagenio, regia di Bruno Corbucci (1986)
- Un piede in paradiso, regia di Enzo Barboni (1991)
- Botte di Natale, regia di Terence Hill (1994)
- Fuochi d'artificio regia di Leonardo Pieraccioni (1997)
- Al limite, regia di Eduardo Campoy (1997)
- Figli del vento, regia di José Miguel Juarez (1999)
- Cantando dietro i paraventi, regia di Ermanno Olmi (2003)
- Pane e olio, regia di Giampaolo Sodano (2008)
- Tesoro, sono un killer, regia di Sebastian Niemann (2009)
Televisione
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