MUSICA Greg Lake, la voce del progressive

 
Ora che è trascorso qualche giorno dalla scomparsa di Greg Lake, si può ricordare con un filo di nostalgia quando l'idea della fine era solo una battuta tra liceali: «Hai saputo? E' morto Palmer, è caduto in un Lake e non è più Emerson...»
La vita vera ci ha raccontato una storia diversa, Carl Palmer, il batterista del supergruppo Emerson, Lake & Palmer, è ora rimasto l'unico sopravvissuto di una band amatissima e ingiustamente odiata da chi ha scambiato la musica per una contesa calcistica. Il bello della musica è che si può fare il tifo per tutte le squadre capaci di regalare emozioni, con un solo brano o con l’intera discografia.
Io sono uno di quelli che ancora ama la musica di Emerson, Lake & Palmer. Ammiro il drumming di Carl Palmer, il mix voce-basso di Greg Lake, lo stile di Keith Emerson alle tastiere. Una voce unica, quella di Greg Lake, sia che cantasse un brano come From the beginning, per me uno dei più belli, o C’est la vie, o Lucky man, sia che si inserisse magicamente tra i tessuti musicali, come la superba ripresa in Take a pebble.
Per non dimenticare o mettere in secondo piano la sua militanza nei King Crimson, il gruppo con cui nacque ciò che oggi chiamiamo prog.
«Confusion will be my epitaph», un inserto vocale da brividi, amatissimo ancora oggi da ogni progger di vecchia e nuova generazione. O In the Court of the Crimson King.
La voce e il basso di Greg sono stati compagni indimenticabili di intere generazioni di musicisti e semplici fan, per i quali Emerson, Lake & Palmer tutto erano meno che dinosauri di un rock troppo enfatico ed ampolloso. Questione di gusti, semplicemente. 

O capacità di lasciarsi emozionare senza pregiudizi o chiusure.
Qualche anno fa a causa della malattia di Keith Emerson, persi l’occasione di rivedere Keith e Greg all’Auditorium di via della Conciliazione (dove pochi anni prima si era esibito Emerson da solo con la sua band), così mi resta negli occhi l’immagine del Lake prima giovane e poi maturo (ai tempi della tournèe di Black moon). Non ancora il Greg Lake aumentato di peso, con il volto molto diverso dall’iconografia ufficiale che è passata alla storia del rock e molto diverso dal ricordo sedimentato nel cuore musicale di chi lo ha amato.

 

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