A Sassari scatta il Grand Prix. Anche per Lucia Bosetti. Cinque anni fa l’oro d’Europa in Polonia come giovane talento, ora punto fermo della Nazionale. In questi cinque anni come è cambiata la giocatrice e la donna?
«Come giocatrice penso di essere cresciuta, per alcuni anni non ho giocato perché davanti a me avevo giocatrici che sono state e sono le più forti d’Italia. Ho colto quindi quell’occasione per imparare. Guardando il mio percorso reputo l’anno di Villa Cortese come un anno di transizione, mentre a Piacenza mi sono consolidata e abbiamo vinto tanto. Affrontare diverse esperienza e giocare partite decisive come semifinali e finali penso ti faccia maturare molto. È logico poi che sia cresciuta anche come donna, perché rispetto a quando hai 20 anni cerchi di migliorarti, evitando di commettere gli stessi errori. La pallavolo mi ha aiutato a crescere anche dal punto di vista umano».
Si è sposata poco più di un mese fa. Un cambiamento importante?
«Si mi sono sposata, ma se devo essere sincera non è un cambiamento così importante, perché convivevo già da tre anni. Poi il fatto che subito dopo il matrimonio sia venuta in ritiro, ha fatto sì che non sentissi un cambiamento così grande. Lui sapeva chi ero perché anche lui lavora nel mondo del volley. E’stata una situazione tranquilla. Il viaggio di nozze però lo faremo l’anno prossimo. Mi sono sposata sabato e lunedì ero già ad allenarmi. Quindi per il viaggio se parla nel 2015, anche se mi sarebbe piaciuto farlo subito, ma è un sacrificio che non mi pesa».
Da Barbolini a Bonitta, passando per la sfortunata stagione europea, questa Italia tornerà a crescere con il suo mix tra esperienza e gioventù?
«Con Barbolini abbiamo vinto tanto e adesso la speranza è di riprendere con il trend con questa nuova nazionale che ha inserito delle ragazze giovani che ovviamente per motivi di età non hanno partecipato ad incontri importanti. In questo senso sarà importante l’apporto delle giocatrici più esperte che possono dare tanto. La speranza è di iniziare un bel cammino nel Grand Prix per poi consolidarsi nel Mondiale. Non aggiungiamo niente per scaramanzia. Penso che all’Europeo siamo state anche sfortunate, soprattutto se penso al mio infortunio che dopo il periodo di preparazione mi ha condizionata. Secondo me, però, è un’esperienza che ha aiutato molte ragazze a crescere»
La pallavolo per lei è...?
«La pallavolo per me è un lavoro, sarebbe ipocrita dire che è solo un divertimento o solo una passione. Poi sicuramente amo tanto fare questo e penso di essere fortunata a fare quello che più amo come lavoro».
Mondiale in Italia, una gioia, un’opportunità speciale o un notevole fardello di responsabilità?
«Penso che sia una grande opportunità, perché spero che possa dare tanto alla pallavolo italiana. Alla fine mi sembra che la gente nei palazzetti vada sempre, e quindi non parlo tanto del seguito, ma più sul fatto che nuovi sponsor possano conoscere ed avvicinarsi a investire al nostro mondo. Dall’altra parte è anche una grande responsabilità perché avendo tutti gli occhi addosso bisogna fare bene. Ovviamente i tifosi si attendono tanto da noi e quindi ci sono aspettative importanti. Io comunque cerco di vederla sempre come una grande opportunità, anche perché altrimenti non la si vivrebbe bene».
Il Grand Prix in Sardegna è il primo test importante della stagione. Quale può essere l'obiettivo di questa Nazionale ai Mondiali?
«Sicuramente. Perché abbiamo tre tappe molto difficili contro molte delle squadre che saranno protagoniste al Mondiale. Penso a Brasile, Cina, Stati Uniti, Giappone, Russia, formazioni che si presentano al completo nel Grand Prix con l’obiettivo di vincerlo. Perciò sarà un test importante, perché dopo le amichevoli potremmo avere un metro di misura del lungo lavoro svolto fino ad oggi. Il massimo ai Mondiali sarebbe arrivare sul podio, però bisogna vedere perché ci vogliono tanti fattori, soprattutto in una competizione così lunga e difficile. La speranza è come tutte le volte di fare il massimo possibile, poi vedremo».
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